giovedì 12 gennaio 2012

Parole di Donna

L'altra metà di Parma: interviste al femminile - Stalking giorno per giorno: una vittima racconta. E spiega che si può uscirne, malgrado tutto

Matilde era un'imprenditrice nel settore ceramico. Poco più che quarantenne, ha conosciuto una persona affascinante: un vero gentiluomo. E si è innamorata. L'abbraccio di quel gentiluomo però si è dimostrato stretto come quello di una serpe. Ai suoi occhi, Matilde non doveva lavorare. Non doveva incontrare altre persone senza di lui. Non doveva ribellarsi in alcun modo, altrimenti erano botte. Quando lei l'ha fatto e si è allontanata, ha iniziato a ricevere centinaia di messaggi al giorno. Frasi e minacce di ogni genere. Se Matilde si presentava per un colloquio di lavoro, erano già arrivate voci che la screditavano. Una vicenda di stalking che sul piano giudiziario non è ancora finita. Su quello personale, per Marzia è finita, ma forse le conseguenze non finiranno mai davvero.
La storia è quella di Marzia Schenetti, raccontata in un libro autobiografico: «Il gentiluomo. Una storia di stalking». Nel libro, edito da Il Ciliegio, la protagonista racconta l'evoluzione della vicenda e le emozioni provate giorno per giorno. Il nome Matilde è fittizio ma, assicura la Schenetti, i fatti raccontati sono tutti veri. Parlarne, per quanto doloroso sia, è un modo per affrontare le proprie paure e per mettere in guardia altre donne che possono trovarsi vittime di stalking.
Gazzettadiparma.it ha intervistato Marzia Schenetti sul libro e la storia de «Il gentiluomo. Una storia di stalking». Il libro sarà presentato a Modena domenica 20 febbraio, alle 16,30, nella Sala Pivano della Fiera del Libro.
Ci parli di lei: chi è Marzia Schenetti? Ho 45 anni, sono di Cerredolo di Toano. Fino a tre anni fa ero un'imprenditrice del settore ceramico. (Dopo il periodo di stalking, ndr) Ho fatto la cameriera, l'imbianchina... Adesso ho un lavoro da operaia. Sono diplomata in grafica pubblicitaria e in canto lirico: ho fatto l'esame al Conservatorio di Parma nel 1997, preparandomi con un'insegnante di Reggio. Sono sempre state le mie passioni... E poi dipingo e scrivo.
Nel suo libro si parla di un “gentiluomo” ma l'ombra che si allunga in copertina e il sottotitolo «Una storia di stalking» non lasciano dubbi... Ci spieghi il suo libro. Il titolo nasce dal fatto che quella persona si presenta come un perfetto gentiluomo. Sa regalare felicità... Invece risulta essere tutt'altro. Lo stalking è la fase terminale di una vicenda psicologica che dura un anno ma c'è molto di più. Nel momento in cui ho avuto l'occasione di allontanarmi da questa figura, ho preso la forza per reagire.
In che modo è scritto «Il gentiluomo?»È un racconto giornaliero da quando conosco questa persona, come entra nella mia vita e mi toglie tutto quello che avevo: l'indipendenza economica, le amicizie, i collegamenti per trovare lavoro... Tutto il mondo esterno. Il libro è autobiografico: è una storia vera.
Entriamo nei dettagli: come si è svolta la vicenda? Ho avuto una relazione con lui nel 2008. Lo stalking è del 2009. È un seriale, una persona conosciuta da molte Procure per reati di questo tipo. La relazione è durata meno di un anno ma in pochissimo tempo sa creare una dipendenza sotto forma di minacce e ricatti che compromette qualsiasi altra scelta.
Perché? Cosa voleva da lei? L'unico mondo cui potevo accedere era il suo: è diventato un incubo e lo racconto giorno per giorno nel libro. Non potevo neanche fermarmi a prendere un pacchetto di sigarette, tanto per dire. Non avevo più indipendenza economica: in un mese mi sono vista soffiare la mia azienda. Non potevo trovare altri lavori perché ha martellato di minacce e denunce i posti in cui mi presentavo. Nasceva un senso di vergogna continuo. In seguito ho dovuto fare 7 mesi di analisi... Con questo libro mi sto mettendo a nudo - e non è facile - soprattutto verso le persone che mi conoscono come una donna molto forte e reattiva. Mi è dispiaciuto non poter approfondire vari aspetti: non è “solo” stalking, è molto più complessa la situazione.
Nel libro si parla anche di violenze fisiche...Il mio carattere è quello di una montanara tenace: non mi sono afflosciata tutta in una volta. Ogni volta che reagivo erano botte, in una discesa senza fine. La prima volta uno pensa che sia un caso, magari perché entrambi abbiamo alzato il tono... Ma quando si ripete tante volte, capisci che è un incubo. Penso di aver rischiato la mia vita per mano sua e anche per mano mia: si arriva a un punto dove non vedi il domani. Non potevo fare nemmeno una telefonata: l'unico famigliare che avevo vicino era mia madre, grande protagonista del mio libro. Mi ha aiutata molto.
Questo libro può essere un messaggio a chi viva storie simili: come si può uscirne? La cosa più difficile è proprio il fatto di non avere spazio né tempo per ragionare con la propria testa. Si arriva ad essere condizionati dalle decisioni di un altro. Ho potuto contare su una ventina di giorni perché questa persona è stata arrestata per un altro stalking... e questi giorni mi hanno permesso di ritrovare me stessa e la voglia di una vita semplice, normale.
Ha cambiato casa?No però è iniziato subito lo stalking. Ricevevo centinaia di messaggi al giorno: sms, posta elettronica... Il postino recapitava pacchi - ho ricevuto di tutto - raccomandate e cartoline numerate con i giorni che mi restavano da vivere. Ho cambiato almeno tre schede telefoniche. L'avvocato del Gruppo Antistalking (un gruppo di giuriste di Modena e Reggio Emilia, ndr) mi ha dato poche dritte ma efficaci per uscirne. Ho percepito la difficoltà del percorso che mi aspettava...
I risultati ci sono stati?Ha funzionato, anche se resta molto da fare nei “tempi scoperti” fra quando una donna denuncia e i tempi della giustizia. Ancora oggi mi mostrano un foglio sull'irreperibilità di quella persona, che non si presenta ai processi ed è ricercato per altri reati. Irreperibile può voler dire ovunque! Lui è libero, molto più libero di me o da una donna che ora abbia preso il mio posto.
Nel libro c'è molta inquietudine: per un anno, ho conosciuto persone della sua vita che in realtà erano attori pagati. Ho cenato con genitori che non esistono... Sono diventata un po' paranoica: qualunque persona nuova può provocarmi ansia.
Perché ha scritto «Il gentiluomo»?Prima di tutto per me stessa, dopo un anno chiusa in casa con ricordi malsani. Mettere nero su bianco tutto quello che avevo sopportato era un altro modo di denunciare. Spero che possa anche aiutare persone che non sanno come reagire o persone che non sanno nulla di queste situazioni.
Pensa che il “gentiluomo” di cui parla leggerà il libro? Sono convinta che l'abbia già in mano! Ho imparato a conoscerlo... Sarà il primo ad averlo. Onestamente non so se io provi più piacere o più paura: sono due sentimenti che in questo momento si accavallano. Per me è riprendermi un po' di quello che mi ha portato via.
Come giudica la legge contro lo stalking? Penso sia una legge giustissima ma, come per tante altre leggi in Italia, la macchina si inceppa. Ci sono giudici che ogni giorno tirano fuori persone che per prima cosa vanno a uccidere le loro vittime. Per chi ha vissuto esperienze di quel tipo è devastante! Muoiono molte donne, non sono casi sporadici. C'è ancora molto da fare.

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